Vortice della falsa ricchezza
Gli NFT. C'è chi ne esalta i pregi, chi non si risparmia con le critiche, e anche io darò il mio contributo al dibattito; in un modo o nell'altro tutti ne abbiamo sentito parlare, ma alla fine che cosa sono?
NFT è un acronimo, sta per Non-Fungible Token, è sostanzialmente un certificato di “proprietà” virtuale (poi vedremo esattamente cosa vuol dire) scritto su una blockchain, non duplicabile e non frazionabile, quindi, a differenza delle criptovalute, lo puoi possedere o scambiare solo nella sua interezza.
Ci sono tante blockchain, per questo articolo tratteremo gli NFT sulla blockchain ethereum, dove un NFT è strettamente collegato ad uno smart contract che è stato usato per crearlo, contratto che ne definisce il funzionamento tecnico e le regole di contrattazione, anche a livello economico.
Per quanto siano entità che vivono sulla blockchain, e quindi sono decentralizzate, per le difficoltà tecniche di gestire il tutto in autonomia sono nati degli intermediari, che si prendono in carico la loro creazione, gestione e compravendita; uno molto famoso è OpenSea, che ho usato per creare un mio NFT, che userò per questo articolo.
Nel mio esempio ho usato uno smart contract creato da OpenSea, consultabile qui, ogni smart contract è diverso, e gestisce in modo diverso gli NFT, possiamo però, con molta superficialità, trovare dei punti comuni, o almeno, molto diffusi negli NFT ad oggi sul mercato.
In generale, un NFT è una entità crittografica che certifica di essere stata creata da un determinato autore e di appartenere ad un determinato acquirente, la quale contiene, tramite mezzi crittografici, delle informazioni allegate, come ad esempio una immagine, un file audio o un video.
In realtà queste informazioni collegate spesso non sono parte integrante del token, nel token c'è solo un riferimento a dove reperire questi allegati, che di solito sono salvati su un server esterno alla blockchain, meglio se su una rete distribuita come IPFS.
E qui bisogna subito fare una importante precisazione: Un NFT non certifica il possesso di ciò che gli è stato allegato, ma certifica il possesso del token stesso, che contiene quegli allegati. Spesso infatti ciò che viene allegato è una semplice immagine, e questa è accessibile da chiunque, e copiabile da chiunque. (Oltre che essere sottoposta alle leggi del diritto d'autore che prescindono dalla tecnologia NFT)
Ma esattamente cosa succede quando acquisto un NFT? Semplice, attraverso lo smart contract si trasferiscono i soldi al venditore, e questo trasferisce l'NFT a chi acquista, il tutto pagando una serie di commissioni legate alla rete blockchain e al suo funzionamento. Uno smart contract appositamente programmato potrebbe anche trattenere una commissione da devolvere all'autore originale del NFT, in modo che questo continui a guadagnare anche a seguito di compravendite successive.
Ma quindi dove sta il valore? Domanda difficile... per non entrare troppo nelle regole che governano l'economia, si può dire che se c'è scarsità di un bene e c'è richiesta di questo bene, allora questa cosa ha valore. Ma come calcolarlo?
Come spesso accade quando si parla di blockchain, salta fuori un termine: speculazione. Che in soldoni significa che una persona acquista qualcosa con l'unico scopo di rivenderla ad un prezzo più alto, e quindi guadagnarci... ovviamente non sempre questo riesce.
Non c'è nulla di male nella speculazione, anche se spesso si usa il termine con una connotazione negativa, normalmente un bene ha valore perché è desiderabile, ad esempio, io posso volere una caramella, perché desidero mangiarla, e sono disposto a pagare dei soldi per averla... qualcuno potrebbe vendermela a 1€, se l'aveva acquistata a 0,50€ allora ci ha guadagnato... banalmente è il lavoro di chi vende caramelle...
Ma qui la cosa è diversa, c'è una sorta di cortocircuito... per che motivo io dovrei desiderare un NFT? La risposta più semplice e banale è... per guadagnarci rivendendolo! Gli NFT sono desiderabili proprio per il fatto che possono essere un facile mezzo di speculazione... queste sono le basi per la nascita di una bolla economica.
Infatti si comprano gli NFT non per avere NFT, ma per la promessa che in futuro qualcuno vorrà il mio NFT e sarà disposto a pagare di più di quanto io abbia pagato per averlo. Una promessa che però non dipende dalla tecnologia che vi ho descritto, ma da dinamiche umane, che possono essere molto ciniche e deludenti, oltre che incontrollabili.
Le bolle funzionano tutte allo stesso modo, il prezzo sale, e gli speculatori fanno soldi nella compravendita... finché qualcosa rompe il meccanismo (e si rompe sempre), e l'ultimo della catena si trova a dover vendere ad un prezzo minore di quando abbia pagato per acquistare, perdendo soldi... e da li, è tutta una discesa, perché non potendo più contare sulla promessa di rivenderlo ad un prezzo più alto, viene a mancare il motivo che rende desiderabile quel bene.
Concludo con una domanda: se l'unico fenomeno che dà valore agli NFT è dato dalla speculazione, che valore può avere un NFT, come quello che ho creato io, se nessuno è disposto ad acquistarlo?