Andreabont

informazione

Navigando per Mastodon (vedi l'articolo su ActivityPub), ho notato che come avviene anche in altri social, una fetta importante dei post sono semplici condivisioni di articoli di giornale, che l'utente desidera diffondere.

Questo mi ha fatto ricordare di una tecnologia, che precede ActivityPub, utilizzata da decenni sul web, anche se spesso ignorata dal grande pubblico: i web feed.

Il logo dei web feed

I più attenti avranno notato che ho parlato al plurale, infatti esistono svariati formati (i più noti sono: RSS, Atom e JSON Feed) ma tutti hanno il medesimo scopo di esporre una lista di articoli, con tutti i dati a loro associati, che sia facilmente interpretabile da un computer. L'idea nasce per fornire aggiornamenti automatici di articoli giornalistici, ma poi è stato presto adottato anche dai blog (questo stesso blog ne ha uno).

Negli anni sono nati moltissimi programmi, appositamente pensati per aggregare notizie provenienti da più web feed, in modo da mostrare in un unico posto le notizie prevenienti dalle fonti scelte dall'utente.

In un mondo dove è sempre più diffuso il rumore informativo, diventa sempre più importante saper selezionare le fonti dalle quali ci informiamo, e non più accontentarci acriticamente di quello che ci viene proposto, magari con il solo scopo di solleticare le nostre emozioni con un secondo fine, che sia esso economico o politico.

Riscoprire gli aggregatori di notizie è un modo per riprendere il controllo della nostra dieta informativa, selezionando in prima persona le fonti di cui ci fidiamo, e ignorando semplicemente quelle di cui non ci fidiamo.

Ma la tecnologia qui non basta, il poter selezionare le fonti non significa saperlo fare: bisogna selezionare quelle giuste, e chiedersi continuamente, con spirito critico, se le fonti che seguiamo continuano a meritare la nostra fiducia, o se altre che non seguiamo la meriterebbero. È lapalissiano che se si finisse per selezionare solo fonti che forniscono informazioni errate, la nostra dieta informativa sarebbe drammaticamente sbagliata.

Ma, a mio modesto parere, credo che il poter selezionare le fonti, pur con il rischio di sbagliare nel farlo, sia comunque uno scenario migliore di quello attuale: una dieta informativa alla mercé dei social, che sottostà alle logiche degli algoritmi o della virialità. Una dieta assimilata passivamente, e quindi facilmente manipolabile dal malintenzionato di turno.

Quindi, se avrete voglia, vi invito a notare quel link ai web feed, debolmente pubblicizzato dal vostro giornale preferito, e magari a cliccarci sopra, per scoprire un nuovo vecchio modo di fruire l'informazione.

#socialnetwork #informazione